L’11 luglio Rete Dafne Italia, una rete nazionale dei servizi per l’assistenza alle vittime di reato, ha compiuto due anni.

È l’unica rete in Italia che si rivolge a tutte le vittime perché non ci sono vittime che non siano meritevoli di cura e sicurezza. Ogni persona offesa ha diritto di essere presa in considerazione o di rifiutare di esserlo.

Prima di diventare una rete nazionale abbiamo mosso i primi passi, nel 2008, a Torino e ci siamo diffusi a Firenze e poi in Sardegna. Abbiamo come associati il Comune di Verona, dove abbiamo tenuto la nostra prima assemblea, le Cooperative Dike di Milano, Crisi di Bari, Studio Iris di Potenza, le Associazioni Diesis di Napoli, Libra di Mantova, Spondé di Roma, delle vittime del Salvemini di Casalecchio sul Reno, Telefono Rosa di Torino e il Centro Viganò Buon Vicinato di Milano. Abbiamo l’onore di avere come associata l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

La nostra forza risiede nel modello europeo di assistenza alle vittime voluto dalla Direttiva 2012/29/UE che si regge su tre pilastri: costruzione di servizi gratuiti, riservati e con operatori specializzati; valutazione individualizzata e personalizzata dei rischi cui è esposta la vittima; rapporto virtuoso tra pubblico e privato, forze dell’ordine, magistratura, avvocatura, sanità, servizi sociali, enti locali e terzo settore.

Ma abbiamo raggiunto obiettivi importanti grazie alle Fondazioni bancarie che ci hanno sostenuto: Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione CR di Firenze e Fondazione di Sardegna.

Centinaia di vittime si sono rivolte ai nostri centri e abbiamo assicurato informazione sui diritti, sostegno emotivo, orientamento e accompagnamento a servizi specialistici e, in qualche caso, attività di mediazione con l’autore del fatto.

Facciamo formazione continua per garantire ai nostri operatori – avvocati, psicologi, psichiatri, educatori, assistenti sociali – la migliore professionalità possibile nell’accoglienza e nel rispetto della dignità della vittima.

Siamo contro il vittimismo perché vogliamo costruire un rapporto con la persona vittima di reato che la liberi da una condizione di dipendenza e sofferenza e le permetta di ritrovare riparazione e autonomia.

Vogliamo costruire insieme alla vittima una città sottile dove i nuovi incontri parlino il linguaggio del riconoscimento e dell’accettazione di sé.

Grazie alla sensibilità di alcune parlamentari siamo riusciti ad ottenere l’inserimento nel bilancio dello stato di un finanziamento di € 1 milione per l’anno 2020 e di € 2 milioni per gli anni successivi a favore delle vittime di reato e della costruzione di una rete integrata di servizi. Confidiamo nel migliore impiego di questi fondi.

Il 24 giugno 2020 la Commissione europea ha presentato al Parlamento europeo il piano strategico dell’UE sui diritti delle vittime di reato per il periodo 2020-2025. Apprendiamo che l’Italia è tra gli stati della UE sottoposti ad una procedura d’infrazione per il recepimento incompleto della Direttiva sui diritti delle vittime.

Quanto a noi ci impegneremo perché vengano realizzate le cinque priorità descritte dalla Commissione: 1) comunicazione efficace e garanzia di un ambiente sicuro per le vittime; 2) miglioramento dell’assistenza e protezione delle persone più vulnerabili; 3) accesso delle vittime al risarcimento e agli indennizzi; 4) cooperazione e coordinamento tra tutti i soggetti competenti; 5) rafforzamento della dimensione internazionale dei diritti delle vittime.