COME FUNZIONA?

La mediazione offre la possibilità di aprire o riaprire una comunicazione tra le parti, favorendo il riconoscimento dei reciproci vissuti, (odio, rancore, dolore, tradimento, etc.., che molte volte sono compressi, taciuti).

È lo strumento principale che risponde ai bisogni di giustizia riparativa. La giustizia riparativa si configura come un modello di giustizia “relazionale” volta a promuovere la riparazione del danno causato dall’offesa attraverso la partecipazione attiva della vittima e dell’autore del reato.

Il percorso comprende alcuni incontri individuali di pre-mediazione a cui possono seguire incontri congiunti di mediazione diretta o individuali di mediazione indiretta.

I colloqui di pre-mediazione, volti a valutare le condizione per una mediazione diretta permettono alle parti di:

  • Esprimere un consenso libero e volontario
  • Rileggere, soprattutto sul piano dei vissuti e delle emozioni, il conflitto in atto
  • Acquisire consapevolezza sulla propria implicazione e percezione del conflitto
  • Verificare la possibilità di riappropiarsi della gestione del conflitto

L’incontro “faccia a faccia” tra le persone in conflitto, prevede colloqui, alla presenza di uno o più mediatori, volti a ristabilire una comunicazione tra le parti.

Laddove il disagio e il conflitto si sono espressi con l’agito, i colloqui congiunti favoriscono un confronto costruttivo fra le parti sui vissuti che l’evento conflittuale ha generato, per evolvere verso un accordo soddisfacente o un atto di riparazione simbolico.

Qualora non sussistano i presupposti per una mediazione diretta, si valuta l’opportunità di avviare e condurre una “mediazione indiretta”: il mediatore svolge la funzione di ponte comunicativo tra le parti, rendendo possibile un avvicinamento nelle situazioni in cui permane alta la resistenza all’incontro congiunto.

A CHI E’ RIVOLTO?

Nel caso in cui la persona offesa esprima il desiderio di incontrare l’autore del reato, può accedere ad un percorso di mediazione. La mediazione, oltre essere un luogo di ascolto è il luogo della parola, in quanto accompagna le persone in uno spazio “protetto di parola” e permette attraverso l’esperienza di “mettersi al posto di”, un lavoro sulla dimensione umana ed emotiva del conflitto, tenendo conto della complessità delle relazioni.

LE RETI CHE PREVEDONO QUESTA ATTIVITA’

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