In Italia non abbiamo alcun dato statistico né ricerche specifiche per conoscere il fenomeno complessivo della vittimizzazione da reato. Non sappiamo quale sia la propensione alla denuncia, la richiesta di informazioni e assistenza, quali siano e come funzionino i servizi di “supporto” (se non per le donne vittime di violenza di genere). Non conosciamo l’opinione delle vittime sui loro contatti con le forze dell’ordine, con l’istituzione giudiziaria e con i servizi alla persona.

Sappiamo che nel 2018[1] sono stati denunciati 345 omicidi, 1.034 tentati omicidi, 4.377 violenze sessuali, 14.708 atti persecutori, 144.782 borseggi e 14.835 rapine.

I maltrattamenti denunciati sono saliti dai 9.294 casi nel 2011 a 14.247 casi nel 2016[2].

A fronte di queste denunce l’unico dato ufficiale sul sistema di assistenza alle vittime di reato riguarda il numero di donne che si sono rivolte ai Centri Anti Violenza. Nel 2018 si sono rivolte ai CAV 49.394 donne e circa 30.000 di esse hanno avviato un percorso di uscita dalla violenza, grazie ai 302 centri presenti sul territorio nazionale[3]. Nient’altro.

Per avere un’idea delle profonde differenze che ci separano da paesi europei che riservano una maggiore attenzione alle vittime di reato può essere utile un confronto con l’Inghilterra-Galles e con la Francia. (Continua a leggere l’articolo …)

[1] Fonte: ISTAT 2020

[2] Fonte: Dati forniti dal Ministero dell’Interno, audizione 8 novembre 2017 al Senato della Repubblica

[3] Fonte: ISTAT 2018

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