Pubblichiamo i documenti preparatori presentati al Convegno di Rete Dafne Italia “Giustizia riparativa e vittime di reato” tenutosi a Napoli il 25 e 26 novembre 2021.

Si tratta di documenti preziosi che, a partire dall’esperienza di ogni singola Rete Dafne, portano un contributo alla discussione intorno al tema cruciale della giustizia riparativa.

Una nuova definizione di giustizia riparativa

La Ministra della Giustizia nel presentare nel marzo 2021 le Linee programmatiche che dovranno caratterizzare l’azione del nuovo governo sulla giustizia ha riservato un ruolo di rilievo alla giustizia riparativa. Questo il passaggio d’interesse:

Non posso non osservare che il tempo è ormai maturo per sviluppare e mettere a sistema le esperienze di giustizia riparativa, già presenti nell’ordinamento in forma sperimentale che stanno mostrando esiti fecondi per la capacità di farsi carico delle conseguenze negative prodotte dal fatto di reato, nell’intento di promuovere la rigenerazione dei legami a partire dalle lacerazioni sociali e relazionali che l’illecito ha originato. Le più autorevoli fonti europee e internazionali ormai da tempo hanno stabilito principi di riferimento comuni e indicazioni concrete per sollecitare gli ordinamenti nazionali a elaborare paradigmi di giustizia riparativa che permettano alla vittima e all’autore del reato di partecipare attivamente, se entrambi vi acconsentono liberamente, alla risoluzione delle questioni risultanti dal reato con l’aiuto di un terzo imparziale. Non mancano nel nostro ordinamento ampie, benché non sistematiche, forme di sperimentazione di successo e non mancano neppure proposte di testi normativi che si fanno carico di delineare il corretto rapporto di complementarità fra giustizia penale tradizionale e giustizia riparativa. In considerazione dell’importanza delle esperienze già maturate nel nostro ordinamento, occorrere intraprendere una attività di riforma volta a rendere i programmi di giustizia riparativa accessibili in ogni stato e grado del procedimento penale, sin dalla fase di cognizione.

Si dà, dunque, atto che in Italia – nonostante che le prime esperienze di mediazione penale risalgano ai lontani primi anni ’90 del secolo scorso – ci siano alcune “ampie, benché non sistematiche, forme di sperimentazione di successo” di giustizia riparativa. Si tratta di sperimentazioni basate su alcune previsioni normative sparse tra codice penale, processo penale ordinario e minorile, ordinamento penitenziario. Nel 2019 il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità ha, inoltre, avuto cura di elaborare e diffondere delle Linee di indirizzo in materia di Giustizia riparativa e tutela delle vittime di reato. Infatti – a seguito del riordino dell’organizzazione del Ministero della Giustizia (d.p.r. 15 giugno 2015, n. 84) – sono state attribuite all’Ufficio II della Direzione generale del personale, delle risorse e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile delle specifiche competenze per la promozione della giustizia riparativa e della mediazione. CONTINUA A LEGGERE

L’esperienza di Rete Dafne Torino

La signora O ha denunciato il marito per violenze. Ha paura di quest’uomo, delle possibili conseguenze del suo atto, è angosciata e preoccupata perché teme che non vengano presi i necessari provvedimenti. Teme di incontrarlo o di essere costretta a subire ulteriori violenze sia lei stessa che i suoi figli.

La signora, straniera in Italia, non ha una rete di sostegno né in Italia, né nel suo paese natio.

Non ha nessun familiare e gli unici interlocutori sono i diversi attori del sociale con cui entra in contatto.

Le viene proposta una messa in protezione in una comunità in cui trasferirsi con i figli.

Lei accetta, ma emerge la sua sensazione di sentirsi giudicata dagli operatori della comunità in cui è ospitata.

Parte l’iter processuale e nelle fasi conclusive la donna è nuovamente molto spaventata, non riesce a dormire, il pensiero è costante, teme per il suo futuro e per quello dei suoi figli poiché se da un lato ha paura che venga meno la funzione di tutela e protezione dei servizi e della giustizia, desidera al contempo maggior autonomia ed il ripristino di una vita normale. CONTINUA A LEGGERE

Reti Dafne della Toscana

Partendo dal documento di Rete Dafne Italia su “Una nuova definizione di giustizia riparativa“, è nata una riflessione interna alla sede Toscana per verificare se le posizioni della rete locale fossero in linea o meno con quelle centrali. Quanto emerso è ciò che segue.

Pur partendo sicuramente da una condivisione di fondo, sia delle premesse che delle conclusioni, se ne dissente su alcune specifiche questioni.

Condividiamo le premesse sulla estraneità dell’offeso nel sistema della giustizia classico a partire dal piano della semantica circa le definizioni tradizionali del diritto penale. Con la giustizia riparativa si passa da un sistema che guarda al passato, nell’ottica dell’accertamento dei fatti, incentrato sull’autore del reato, a un sistema che si concentra invece anche sulla vittima e che tende al futuro per ricucire i legami personali e sociali spezzati dal reato. E i due modelli devono essere concepiti come un sistema integrato (“dove giustizia e assistenza possono interagire così come procedere parallelamente“) e non alternativo. CONTINUA A LEGGERE

Rete Dafne Sardegna

Rete Dafne Sardegna ha come promotore un’associazione, l’Associazione Mediatori Insieme, che fin dalla sua nascita, nei primi anni del 2000, si è occupata e si occupa, tutt’oggi, di giustizia riparativa, in particolare, di mediazione penale. La profonda differenza di attenzione e “cura” rivolta all’autore di reato e alla vittima dal sistema della giustizia ha portato la nostra associazione ha riscontrare che spesso, il mediatore, era davvero l’unica figura professionale che riservava alla vittima uno spazio di ascolto. Non si può negare che anche questo spazio di ascolto sia nato orientato, ovvero finalizzato, all’acquisizione di un consenso ad un percorso, pensato per il reo.

Fin dai primi anni di attività, i nostri mediatori, tra questi anche la sottoscritta, si sono adoperati per creare le condizioni affinché la vittima percepisse una autentica attenzione nei suoi confronti, per esempio, rendendo il servizio itinerante, al fine di incontrare le vittime in un luogo a loro prossimo. Ascoltando le vittime, era ed è evidente, che l’incontro con l’autore di reato, molto spesso, non è il bisogno principale, ma durante il colloquio portano una molteplicità di altri bisogni, spesso più urgenti. CONTINUA A LEGGERE

Rete Dafne Puglia

Il tema “Giustizia Riparativa e Vittime di Reato”, che ha prestato il nome a queste due giornate di convegno, e ancor di più il riconoscimento della essenzialità ed imprescindibilità di un connubio tra la tutela delle vittime di reato ed il concetto di riparazione, è un aspetto che riteniamo fondamentale e che da anni cerchiamo di tradurre in pratica.

Non ci risuona, pertanto, nuovo il tentativo di coniugarne le azioni.
E, tuttavia, non possiamo non considerare quanto questa coniugazione possa presentare dei rischi, in termini di: confusione dei principi e delle norme cui ciascuna delle azioni deve ispirarsi; utilizzo strumentale di obiettivi e mezzi specifici di ciascuna, a sostegno della imprescindibilità dell’atto del coniugare, il più delle volte assiomaticamente sostenuta.
Detto diversamente, e per chiarire il nostro punto di vista, riteniamo che l’accostamento ridondante ed abusato tra giustizia riparativa e vittime di reato nasconda l’insidia di considerare il percorso riparativo automaticamente tutelare. E, d’altra parte, sembrano ormai maturi i tempi per ridiscutere quello che dovrà essere lo statuto ontologico della giustizia riparativa, visto il proliferare di meccanismi di inquinamento, di semplificazione oggi fin troppo radicati, per i quali la semplice aggettivazione (“riparativa”) della giustizia ne garantisce gli esiti in termini di riparazione. CONTINUA A LEGGERE

Rete Dafne Verona

Rete Dafne Verona (RDV) è stata costituita il 1° ottobre 2021, grazie alla sottoscrizione di un Protocollo da parte di 11 Soggetti firmatari: Comune di Verona, Tribunale, Procura, Ordine degli avvocati di Verona, Camera penale veronese, Aulss9 Scaligera, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata (AOUI), Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Verona, Associazione A.S.A.V. (Associazione Scaligera Assistenza Vittime di reato), Istituto Don Calabria – Area Servizi di Mediazione penale, Associazione Rete Dafne Italia.

In queste settimane, il Comitato Tecnico si sta riunendo per decidere gli aspetti organizzativi e di funzionamento di RDV, non ancora attiva.

Il servizio di assistenza per le vittime di reato è presente a Verona dal 2008, a seguito della costituzione dell’Associazione A.S.A.V. composta esclusivamente da volontari, il cui servizio prevedeva l’ascolto emotivo, l’informazione sul sistema giustizia, l’orientamento ai servizi territoriali, l’accompagnamento e l’invio, eventuale, al Servizio di mediazione penale di Verona. Solo a seguito della presa in carico, era previsto l’invio al supporto psicologico (numero limitato di colloqui) erogato a titolo gratuito da una psicologa che collaborava con l’Associazione in forma di volontariato. CONTINUA A LEGGERE

Intervento della Rete Dafne Napoli

Il Convegno mette a tema il rapporto tra le logiche e la struttura, presente e futura dei servizi di Giustizia riparativa in rapporto a quelli di assistenza alle vittime di reato, nella prospettiva maturata dalla Rete nazionale, anche attraverso le diverse esperienze che oggi mettiamo a confronto.

Le anime che compongono Rete Dafne Italia, come è naturale e auspicabile che sia, sono diverse, con storie singolari, territori con esigenze e possibilità variegate, ognuno con i propri tempi di approssimazione al discorso della assistenza alle vittime di reato per come lo si intende in questa particolare cornice.

Siamo quindi, convocati ad aprire e tenere aperto un confronto interno, vivace e rispettoso delle esperienze di ognuno, ma teso a reperire i punti che ci caratterizzano nelle prassi che si sostengono su medesimi assunti teorici.In primo luogo la necessità di offrire alle persone offese da un reato, un luogo e uno spazio di accoglienza e di assistenza in cui poter lavorare sulle questioni soggettive e oggettive che si aprono partendo dal reato subito. Uno spazio di accoglienza in cui la vittima possa cercare, con il supporto delle diverse figure professionali implicate in questo genere di assistenza, ciò di cui necessita. CONTINUA A LEGGERE